Dominidiato: ‘Bisogna smetterla di considerare bar, ristoranti e esercizi pubblici untori e luoghi di diffusione contagi’.
Entrate in vigore le nuove misure per limitare l’ulteriore diffusione della pandemia da Covid -19, introdotte con il Dpcm di martedì 13 ottobre.
I Carabinieri di Aosta hanno intensificato i controlli sul rispetto delle prescrizioni. La loro finalità è legata alla prevenzione e all’informazione sulle norme.
A rendere ancora più critica e preoccupante l’attuale situazione sono le pattuglie a piedi ed in auto che stanno effettuando ispezioni a tappeto negli esercizi commerciali e pubblici esercizi.
Il Nuovo decreto stabilisce che le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite sino alle ore 24.00 con servizio al tavolo e sino alle ore 21.00 in assenza di servizio al tavolo.
Resta permessa la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie previste sia nella fase di confezionamento che di trasporto, nonché la ristorazione da asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dopo le ore 21 e fermo restando l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro tra le persone.
Tutto ciò fa allarmare ulteriormente Fipe- Confcommercio VdA.
Un recente studio inglese spiega che solo il 3% dei contagi di diffondono nei locali pubblici e quindi diventa difficile comprendere perché siano sempre i locali pubblici a pagare e vedersi ridurre sempre più la possibilità di proseguire l’attività.
I ristoranti e i bar non sono tra i luoghi più pericolosi per eventuali contagi. A sostenerlo non è la Fipe, ma l’Istituto superiore di Sanità nel suo monitoraggio settimanale, secondo cui il 77,6% dei contagi, attualmente, avviene in ambito domestico. Un dato riproposto dal dottor Luca Richeldi, membro del Comitato tecnico scientifico.
I dati fanno dire a Graziano Dominidiato, Presidente di Fipe-Confcommercio VdA, “Bisogna smetterla di considerare bar, ristoranti e esercizi pubblici untori e luoghi di propagazione contagi”. La presa di posizione di Dominidiato è rafforzata dall’autorevole pneumologo del Policlinico Gemelli di Roma il quale ribadisce: “La stragrande maggioranza dei contagi avviene in luoghi privati”.
Detto ciò non ha alcun senso ridurre di un paio d’ore l’apertura degli esercizi pubblici, quando siano ben regolamentati, possa fare una grande differenza”.
Sono prese di posizione che, come argomenta il Direttore generale della Fipe Confcommercio, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, Roberto Calugi, “dimostrano che in questo momento i ristoranti sono un luogo sicuro, anche grazie alle misure messe in campo con la collaborazione dei ristoratori”.
Nei locali ci sono controlli rigorosi su distanziamento e dispositivi di protezione. Sono quindi necessari maggiori controlli e non si può pretendere che siano gli esercenti a svolgere il servizio d’ordine fiori dai locali.
“Noi – spiega Dominidiato Graziano Presidente di Confcommercio- Fipe VdA – dobbiamo gestire aziende e fare i vigilantes. Il problema vero è che la politica non considera le nostre attività generano occupazione, ricchezza e reddito; mentre per la politica sono solo luoghi di divertimento. Abbiamo già perso aziende che non hanno riaperto e lavoratori che sono rimasti senza lavoro. Il nostro comparto vale, in termini occupazionali, una dozzina di Casinò di Saint Vincent e una mezza dozzina di Cogne Acciai Speciali.
Se la Cogne cessasse l’attività cosa succederebbe e cosa è stato fatto per salvaguardare, giustamente, i livelli occupazionali della casa da gioco? Noi non siamo da meno. Bar, ristoranti ed esercizi pubblici devono essere considerati come un’unica azienda diffusa che occupa circa 7.500 addetti; ma se chiudono 30 esercizi commerciali e si perdono un centinaio di posti di lavoro nessuno muove un dito”.
Conclude Adriano Valieri, Direttore generale di Fipe-Confcommercio VdA: "Per sostenere i consumi, aspettative e fiducia sono ingredienti fondamentali. Alimentare la preoccupazione e inasprire oltre una certa ragionevole soglia le misure restrittive significa peggiore il quadro economico. Convivere seriamente e non a slogan con il virus- prosegue Valieri - vuol dire coniugare insieme sicurezza sanitaria, lavoro e libertà di impresa. La stragrande maggioranza degli imprenditori ha investito in questi mesi migliaia di euro per garantire al massimo la sicurezza dei clienti. Negozi e locali sono luoghi sicuri, continuare a stringere la morsa sulle imprese è non solo ingiusto, ma anche controproducente".