Profonda amarezza per i Giovani imprenditori di Confcommercio VdA e Fipe VdA causata dalle decisioni prese dal Governo in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
“Siamo tristi ed amareggiati per la mancanza di immediatezza dei provvedimenti a sostegno degli imprenditori rispetto a quanto deciso da Roma e preoccupati per il mancato esercizio da parte delle nostre autorità regionali” - commenta Maria Elena Udali - Presidente Giovani Imprenditori Fipe VdA.
“La decisione di aprire bar e ristoranti dal 1 giugno rappresenta una pericolosa lungaggine, si rischia concretamente il fallimento dei pubblici esercizi non solo per l’ennesimo rinvio, ma anche a causa dell’incertezza di ciò che avverrà in tale data” - commenta Maria Elena Udali.
“La stessa sensazione si ha per quanto riguarda il settore benessere, inclusi i fornitori” – ribadisce Amina Bodro - Presidente Giovani Imprenditori Confcommercio VdA.
“Questa situazione porterà inevitabilmente l’aumento di un fenomeno già presente prima, ovvero l’esercizio abusivo della professione”.
Queste a caldo le osservazioni delle Presidenti Giovani Imprenditori Confcommercio VdA e Fipe VdA che esprimono massima solidarietà e collaborazione anche per tutti i dipendenti che stanno ancora aspettando la cassa integrazione ed indennizzi vari.
I Giovani Imprenditori lamentano norme regionali che stanziano per ora cifre irrisorie e la mancanza di scelte ordinamentali legate alla specificità del territorio di montagna e della rete imprenditoriale regionale.
“Siamo in ginocchio, ma ci rialzeremo e ci ricorderemo di chi in politica ha preso tempo, rinvia le decisioni e mostra poco coraggio e scarsa iniziativa per il presente e per il futuro” – conclude Amina Bodro – “concordiamo che la sicurezza di tutti contro il Covid-19 sia la priorità, ma che non rappresenti un alibi per coprire la mancanza di idee ed impegno rispetto ad un’economia che rischia il fallimento”.
Il Governo Testolin dimostri che il grido di allarme dei Giovani Imprenditori non è destinato a perdersi nell’indifferenza.