In questi anni di cambiamento, la cultura non ha mai perso il suo ruolo come elemento qualificante dei territori; al contrario, è diventata ancora più cruciale. Le città, con la ripresa degli eventi culturali e i loro spazi di incontro e di riflessione, hanno contribuito a mantenere vivo il tessuto comunitario anche nei momenti più difficili.
Si è tenuto in data 16 luglio presso il “Met Digital Culture” di Milano la presentazione del libro bianco realizzato da Impresa Cultura Italia Confcommercio e SWG, in collaborazione con l’Università Iulm dal titolo “Osservatorio sulla spesa e sui comportamenti di consumi di beni e servizi culturali in Italia”.
Grazie agli osservatori periodici è stato possibile analizzare l’evoluzione dei consumi culturali, individuando le nuove preferenze dei consumatori nei vari comparti del settore
In questi cinque anni di Osservatori sui comportamenti e sui consumi culturali in Italia è stata fatta un’ampia riflessione sulla cultura come fattore di sviluppo e progresso per l’intera società, nonché autentico motore di crescita economica.
La pandemia ha messo a dura prova il sistema culturale, ma ha favorito anche a trasformarlo. E’ stato fatto un notevole passo avanti rispetto alla “rivoluzione digitale” diventando fattore culturale cruciale.
Ciò che è emerso è che la cultura non ha mai perso il suo ruolo di elemento qualificante dei territori, bensì è diventata ancora più cruciale. È dunque fondamentale che l’offerta culturale evolva insieme alla domanda per raggiungere pubblici nuovi, promuovendo una futura sinergia sempre più proficua tra cultura, turismo e territorio
Carlo Fontana Presidente Impresa Cultura Italia commenta: “Nell’ultimo quadriennio il sistema culturale italiano ha dovuto affrontare una crisi imprevedibile ma che oggi appare superata con nuovo posizionamento dei consumatori ad un’offerta che, nel contempo, è fondamentalmente cambiata. Il Covid ha segnato il rapporto tra italiani e cultura non tanto per il livello di scelte di consumo, quanto per l’impatto che un’esperienza ha avuto sulla vita di ciascuno di noi. Così, se ancora nel dicembre del 2021 il 55% degli italiani riteneva che il proprio rapporto con la cultura fosse cambiato poco rispetto al periodo pre-pandemico, sei mesi dopo la percezione è ancora più profonda” (66%) – conclude Fontana".
Chiara Fabbri Presidente Impresa Cultura Valle d’Aosta commenta: “la crisi che ha pervaso il sistema culturale dei nostri territori da quanto emerso dall’Osservatorio pare superata e cambiata anche rispetto all’offerta. Come si evince dal grafico allegato è evidente che spettacoli all’aperto, concerti, cinema e manifestazioni varie hanno subito una netta impennata anche rispetto al 2019. Nella nostra piccola realtà regionale possiamo riscontrare che manifestazioni culturali quali “Aosta Classica” appena conclusa con grande successo di pubblico (di cui siamo stati sponsor come Impresa Cultura), “Musicastelle” e “Chateau en musique” continuano a riscuotere un impatto positivo cresciuto negli anni. Il nostro augurio è di proseguire e consolidare la collaborazione tra Impresa Cultura VdA e le amministrazioni regionali e comunali per perseguire un obiettivo comune ovvero far crescere culturalmente la nostra amata regione” – conclude Chiara Fabbri.