Da Confcommercio appello a governo e forze politiche: “l’impennata dei costi si abbatte sui bilanci, a rischio la prosecuzione delle attività in tante aziende del terziario di mercato”
L’impennata dei costi energetici si abbatte sui bilanci delle imprese, mettendo a rischio la prosecuzione delle attività in tante aziende del terziario di mercato. È per questo che Confcommercio chiede al Governo e a tutte le forze politiche impegnate nel confronto elettorale di “agire subito per dare risposta ad una vera e propria emergenza, rilanciando l’iniziativa in sede europea sul cosiddetto Energy Recovery Fund e puntando alla fissazione di un tetto al prezzo del gas e alla revisione delle regole e dei meccanismi di formazione del prezzo dell’elettricità”. Questo già dalla conversione in legge del decreto ‘Aiuti bis’ “potenziando e rendendo più inclusivi i crediti d’imposta fruibili anche da parte di non ‘energivori’ e non ‘gasivori’, scegliendo di destinare all’abbattimento degli oneri generali di sistema il gettito derivante dalle aste per l’assegnazione delle quote di emissione di Co2 e rafforzando le misure contro il caro carburanti per il settore dell’autotrasporto”. Infine, secondo la Confederazione, “è evidente l’urgenza di affrontare con determinazione, nella prossima legislatura, i nodi della riforma della fiscalità energetica e della riduzione strutturale del carico fiscale su trasporti e mobilità”.
Senza un intervento immediato che faccia da argine all'incremento esponenziale dei costi delle bollette per luce e gas che si è registrato nelle ultime settimane, presto i consumatori si troveranno a fare i conti anche con l'impennata dei listini in bar e ristoranti". A sottolinearlo è Fipe-Confcommercio, per la quale "fino a questo momento le imprese della ristorazione italiana si sono rivelate le più virtuose d'Europa, ammortizzando questi extra costi senza scaricarli sulla clientela, ma il sistema ora non è più sostenibile. Bisogna correre ai ripari estendendo immediatamente il credito di imposta anche alle imprese non energivore e non gasivore, per coprire gli aumenti che si stanno registrando nelle ultime bollette e che sembrano destinati a crescere ulteriormente nei prossimi mesi”. Il credito di imposta “dovrà però essere ben superiore al 15% per l'energia elettrica e al 25% per il gas previsto per il secondo trimestre 2022, dal momento che le imprese si trovano a fronteggiare aumenti ben più consistenti. In più, dovrà essere concessa la possibilità di rateizzare le bollette monstre ben sapendo che il credito d'imposta è successivo al pagamento e anche se più 'generoso' non potrà mai compensare interamente l'extra costo”.