In Italia su 100 imprese che nascono ogni anno almeno la metà a distanza di 5 anni chiude la “claire”. Sono numeri che confermano la complessità e la difficoltà di gestire un format fondamentale dell’offerta di ristorazione in Italia e che più di altri evoca nel mondo l’immagine della convivialità italiana. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia che esprime la capacità di innovazione e di inclusione del bar italiano che nel tempo ha saputo segmentarsi in tanti format per rispondere alle esigenze in continua trasformazione dei consumatori.
In Valle d’Aosta attualmente sono attivi 1.117 pubblici esercizi di cui 341 imprese femminili pari al 30,53 % del totale. Le nuove aperture contano 79 imprese.
La trasformazione dei bar passa anche attraverso gli investimenti: rinnovando le attrezzature per la refrigerazione e acquistando soluzioni digitali per migliorare l’interfaccia con il cliente. Le imprese adottano nuove tecnologie, tra cui POS di ultima generazione, registratori di cassa evoluti e reti Wi-Fi aperte, rendendo i locali sempre più smart e accessibili.
Risulta inoltre evidente come i bar italiani abbiano ormai abbracciato la svolta sostenibile: infatti, l’88% delle imprese italiane ha introdotto misure orientate all’efficientamento energetico: dal più semplice utilizzo di lampadine LED alla più sofisticata attività di sensibilizzazione e formazione del personale volta alla razionalizzazione dei consumi. Buone pratiche ambientali sono state introdotte da 9 bar su 10: dal riciclo e smaltimento dei rifiuti all’’uso di prodotti stagionali e locali.
Ma il trend non si ferma qui: in Italia il 49,1% dei bar ha pianificato investimenti per l’anno in corso, con priorità al rinnovamento del banco bar (+14,1%) e agli strumenti digitali come palmari per le comande o totem per consentire ai clienti di fare gli ordini in autonomia (+13,7%).
“I bar anche in Valle d’Aosta stanno affrontando le sfide del futuro con una visione chiara: investire in sostenibilità e tecnologia senza dimenticare la centralità della qualità del servizio e della competenza non solo professionale ma anche manageriale commenta Graziano Dominidiato Presidente Fipe Confcommercio VdA. È essenziale che gli imprenditori siano in grado di misurarsi con un mercato sempre più incerto e competitivo evitando di imboccare scorciatoie che deroghino ai principi irrinunciabili di trasparenza e qualità. Il bar è un campione del modello italiano di servizio e di convivialità ed è senz’altro il format che più di ogni altro nell’offerta di ristorazione ha saputo interpretare il cambiamento degli stili di vita e di consumo degli italiani” – conclude Dominidiato.
Un altro importante aspetto da tenere in considerazione è il valore dei bar e dei loro dehors visti e vissuti come luoghi di vita che celebrano il rito del consumo e che l’esperienza pandemica ha incoraggiato per motivi pratici e sanitari e per necessità esistenziali e sociali di riconquistare lo spazio pubblico.
Graziano Dominidiato Presidente Fipe Confcommercio VdA commenta: - “I dehors rappresentano oggi uno straordinario valore per i nostri centri urbani in termini di decoro e legalità, in quanto veicolo di attrattività per le città e di contrasto all’abusivismo, nonché fondamentali presidi di sicurezza. Dall’occupazione di suolo alla progettazione di spazio pubblico per condividere con le Istituzioni l’idea che i dehors sono una risorsa delle città non un problema. Decoro, legalità e accessibilità devono essere le coordinate su cui sviluppare l’azione di cambiamento sulle autorizzazioni, in un’ottica di riqualificazione e valorizzazione dello spazio urbano. Fipe Confcommercio è la degna portavoce della carta dei dehors a supporto del proposito di riforma e semplificazione previsto nell’art.23 del provvedimento DdL Concorrenza 2023- ribadisce Dominidiato”
Confcommercio VdA si è fatta portavoce con le Istituzioni inviando dal Presidente della Regione, agli Assessori sino ai sindaci tutti “la carta dei valori dei dehors” al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica.