L’analisi dell’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio: la spesa complessiva sarà di 400 milioni
Il numero di persone decise a consumare il pranzo di Natale fuori casa è di 5,4 milioni di italiani, ma non mancano anche i turisti stranieri, che sceglieranno di festeggiare il Natale in uno dei 90.000 ristoranti del Paese aperti il 25.
Rispetto al 2022 il dato è in crescita del 10,2%. Stesso trend per le attività che hanno deciso di rimanere aperte, passate dal 65,2 del 2022 al 66,2 del 2023.
A tre giorni dalla festa più importante e sentita dell’anno i numeri ci dicono che il mese di dicembre, che da solo vale poco meno del 10% del fatturato della ristorazione, anche quest’anno vengono confermate le aspettative delle imprese pur in presenza di un contesto complicato.
Secondo l’Ufficio Studi di FIPE-Confcommercio il 2023 è stato un anno significativo per il consolidamento della ripresa dei Pubblici Esercizi, che ancora una volta hanno saputo superare con grande determinazione gli ostacoli lungo il percorso, tra rincari delle materie prime e difficoltà di reclutamento del personale.
Al di là della spesa, condizionata certamente dal caro materie prime alimentari, il dato che fa riflettere maggiormente in questo Natale è legato al ciclo economico in rallentamento ed il quadro internazionale continua ad alimentare condizioni di incertezza che non favoriscono né la crescita e né i consumi.
Graziano Dominidiato Presidente Fipe Confcommercio VdA commenta: “Poter contare su una quasi normalità dopo anni davvero complicati fa ben sperare. Il raggiungimento di un buon risultato nel corso di queste festività potrebbe allievare le difficoltà incontrate dalle imprese nel corso di questo 2023” – conclude il Presidente Fipe Confcommercio VdA.
“Il mio miglior augurio – prosegue Dominidiato – è che questa bolla inflazionistica che ci ha colpiti si riduca e rientri al meglio al fine di dare nuove opportunità alle nostre imprese– conclude Dominidiato”.