Con l’approssimarsi della fine del 2022, gli incentivi previsti per agevolare l’acquisto di beni materiali strumentali all’attività d’impresa subiranno alcune novità: salvo interventi da parte della nuova legge di bilancio, alcuni bonus scadranno, mentre altri continueranno ma con aliquote agevolative più basse.
Il bonus beni materiali 4.0, volto a promuovere l’acquisto di beni strumentali – tra cui forni, piani cottura, celle di refrigerazione – in possesso delle specifiche caratteristiche tecnologiche indicate nell’Allegato A della L. n. 232/2016, continuerà ad esser utilizzabile anche nel 2023 (fino al 2025) e, per gli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2022, verrà riconosciuto un credito di imposta pari al:
– 40% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
– 20% del costo, per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
– 10% del costo, per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.
Per quelli effettuati dal 1° gennaio 2023 fino al 31 dicembre 2025, le aliquote saranno pari al:
– 20% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
– 10% del costo, per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
– 5% del costo, per la quota di investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.
Quest’ultima soglia, a partire dal 1° gennaio 2023, sarà incrementata a 50 milioni di euro, in relazione agli investimenti inclusi nel PNRR diretti alla realizzazione di obbiettivi di transizione ecologica individuati con decreto del MISE, di concerto con il MITE e con il MEF.
Discorso diverso va fatto per il credito d’imposta per i beni materiali “ordinari”, vale a dire privi delle caratteristiche tecnologiche previste per il 4.0(vi rientrano piani cucina, frigoriferi, forni, montacarichi, impianti di riscaldamento, impianti di condizionamento).
Attualmente è riconosciuto solo per gli investimenti effettuati entro il 31 dicembre 2022 (non prenotati nel 2021), oppure entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato e sia pagato un acconto di almeno il 20%.
In questo caso il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 6%, nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 2 milioni di euro nel caso di beni materiali.
Secondo l’attuale disciplina, invece, nessun credito d’imposta è previsto per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2023 (non prenotati nel 2022).