Per l’esercizio fiscale 2022 ci sono novità che riguardano anche il Regime Forfettario.
Tale regime, nato come regime residuale, sta sempre più ampliando la platea dei lavoratori autonomi e commercianti interessati.
Dal 2022 scatta l’obbligo anche per i c.d. “forfettari” di attrezzarsi per emettere la fattura elettronica. Infatti erano rimasti uno dei pochi casi di emissione di fattura “cartacea” ma questo vantaggio burocratico sta per finire.
Si tratta indubbiamente di un regime agevolato sia dal punto di vista della tassazione che della gestione contabile e amministrativa. Ma allora per quale motivo dunque il governo pensa ora a introdurre la fatturazione elettronica anche per i forfettari? Una complicazione giustificata da quale motivazione? Si tratta di lotta all’evasione fiscale. Le fatture elettroniche vengono immediatamente comunicate all’Agenzia delle Entrate e lasciano traccia immediata della loro emissione. Richiedono inoltre dei termini di emissione e di gestione
Cogliamo dell’occasione per rivedere insieme chipuò ancora aderire a tale regime agevolato e chi invece ne resta fuori?Ecco tutte le novità sul funzionamento del regime forfettario, i requisiti di base e l’obbligo di fattura elettronica introdotto per questo anno 2022.
Tale regime sovente diventa alternativo al lavoro dipendente sempre più difficile da trovare in particolare con contratti a tempo indeterminato. Di conseguenza molti soggetti vogliono mettere a frutto le proprie competenze, diventare freelance e lavorare sul proprio settore di competenza, così da potersi permettere un reddito dignitoso “semplicemente” aprendo una partita Iva. Il primo vantaggio è insito nella tassazione con un’imposta sostitutiva all’Irpef (max 15% sul fatturato ma perfino 5% per i primi cinque anni, in caso di prima attività). Il secondo vantaggio (che ha sempre apportato nei confronti delle piccole realtà imprenditoriali o di lavoro autonomo) risiede proprio nel l'alleggerimento dal punto di vista burocratico non dovendo redigere Dichiarazioni Iva – Irap e Studi di Settore (oggi Isa).
Per aderire al regime forfettario 2022 è necessario:
- registrare ricavi e compensi non superiori a 65 mila euro
- non aver sostenuto spese superiori a 20 mila euro per retribuire eventuali collaboratori
- non aver percepito oltre 30 mila euro di reddito da lavoro dipendente
come anticipato per tutti coloro che rientrano in questi parametri, si applica una flat tax del 15%, che si riduce al 5% per quanto riguarda le startup o chi inaugura la propria posizione fiscale.
La nuova legge di Bilancio 2022 vede protagonisti i titolari di partita Iva -e in particolare coloro che aderiscono al regime forfettario- con una serie di novità, inerenti non solo a contributi e sussidi ai quali avranno facoltà di accedere bensì anche a una serie di obblighi e nuovi paletti da rispettare, soprattutto a livello burocratico. Intanto tra le grosse novità a cui è necessario prestare attenzione c’è l’introduzione dell’obbligo alla fatturazione elettronica, anche per chi rendiconta meno di 65 mila euro all’anno.
Tale obbligo per i forfettari è ormai certo per il 2022 e resterà in vigore fino ad almeno il 2024. L’unico nodo da sciogliere a oggi riguarda la data di effettiva attuazione della disposizione. Si resta dunque in attesa di una norma nazionale specifica per le partita Iva, in questo senso.
Certo è che, a fronte degli obblighi previsti dall’adesione alla partita IVA in regime forfettario, non siano pochi i vantaggi di cui è possibile beneficiare. Attenzione però che nell’optare per tale regime fiscale si vanno a perdere diversi vantaggi connessi alle detrazioni fiscali. Infatti chi ha detrazioni importanti (ad esempio mediche – ristrutturazioni – mutui prima casa….) rischia, in assenza di altri redditi, di perderli. Quindi è consigliabile fare un’attenta analisi con il proprio Consulente Fiscale. La stessa analisi va fatta ragionando sui costi di investimento e di gestione della propria attività. In alcuni casi non solo non è conveniente il “forfettario” ma rischia di essere notevolmente penalizzante. Con la nuova normativa ad oggi solo chi opera nel sistema sanitario può dirsi esente dall’obbligo della fatturazione elettronica. Per tutti gli altri è arrivato il momento di aggiornarsi e dunque predisporre gli adempimenti necessari per procedere correttamente alla compilazione della fattura elettronica. Anche in questo caso è consigliato di rivolgersi al proprio commercialista di fiducia oppure utilizzare un apposito software per la preparazione delle fatture elettroniche. In alternativa: 1) si procede direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate, accedendo alla sezione fatture e corrispettivi, in particolar modo se si hanno poche fatture da gestire; 2) si può ricorrere all’App FatturAE, scaricabile in maniera gratuita ma disponibile soltanto per i liberi professionisti; 3) si utilizza il sito delle Camere di Commercio, che dispongono di un proprio software di fatturazione ma in particolare concepito per le PMI Una volta preparata la fattura non resta che inviarla tramite il sistema di interscambio.