PERCHE' ?
A nome delle 1800 Imprese iscritte a Confcommercio Valle d’Aosta, ma pensiamo di interpretare le preoccupazioni di tutta l’imprenditoria valdostana e dei rispettivi lavoratori, chiediamo al Presidente della Giunta, Erik Lavevaz, nella sua qualità anche di Prefetto, e all’assessore regionale alla Sanità, Roberto Barmasse, un immediato incontro per analizzare la grave situazione registrata in Valle d’Aosta dal diffondersi della pandemia e capire PERCHE' nonostante le gravissime e dannose limitazioni imposte ai pubblici esercizi e alle attività commerciali la Valle d'Aosta si trova ancora in questa grave situazione.
La sollecitazione nasce dalla constatazione dei dati relativi ai contagi che con l’ultimo bollettino di ieri, portano la Valle d’Aosta a superare di poco il limite di 250 casi ogni 100.000 abitanti negli ultimi sette giorni. Questo significa che in una sola settimana da arancione la nostra regione rischia di tornare nell'incubo della zona rossa.
Da più fonti si apprende che i contagi non sono riconducibili alle attività produttive, peraltro semi chiuse, ma all’ambito famigliare.
Chiediamo un immediato incontro perché il diritto al lavoro, sancito dalla Costituzione, è anche un nostro diritto; un diritto dei lavoratori autonomi, dei commercianti, dei ristoratori, degli esercenti, delle attività del benessere e di tutti i nostri collaboratori e dipendenti.
RISPETTO DELLE REGOLE
Se il diritto al lavoro è anche un nostro diritto, è un dovere di tutti i cittadini rispettare le più elementari norme di igiene, di prevenzione, partendo da quelle più semplici: l’utilizzo delle mascherine, l’igienizzazione delle mani e le distanze di sicurezza.
Il mancato rispetto delle più elementari norme di convivenza civile portano alle conseguenze che da mesi dobbiamo sopportare. Ci chiediamo dove e come sono i controlli. Assembramenti si notano ovunque. Gruppi di persone senza mascherina passeggiano tranquillamente in ogni dove.
APPELLO ALLA COMUNITA'
Rivolgiamo un appello a tutta la comunità a riflettere sul fatto che la diffusione della pandemia mina gravemente il sistema economico valdostano e limita pesantemente la libertà personale.
Ai politici e alle forze dell’ordine, cosi come a tutti i valdostani, ricordiamo che la Valle d’Aosta è l’unica regione che peggiora e questo avviene perché probabilmente ci sono falle nel tracciamento del contatto e nell’attività di controllo.
Chiudere le attività riduce di solo il 13% le possibilità di contagio. Ci chiediamo: che controlli vengono effettuati nel restante 87% dei luoghi dove vengono veicolati i contagi? Primo fra tutti l’ambito famigliare.
E’ evidente che i conti non tornano: cittadini, ragazzi e un po’ tutti devono capire che se vogliamo tornare quanto prima verso la normalità dobbiamo cercare di applicare quelle regole che evitano il diffondersi del virus.
PERICOLO NEGAZIONISMO
Forse fare i negazionisti e andare in piazza senza mascherina e ascoltare un concerto (anche se dal punto ideologico ci può stare, ma con quale risultato?) oppure accalcarsi in un supermercato o in una abitazione privata a festeggiare qualsiasi ricorrenza non è di certo la soluzione ottimale.
Signor Presidente della Regione e Prefetto della Valle d’Aosta Signor Questore di Aosta Signor Assessore regionale alla Sanità Signori Sindaci Signori Comandanti Forze dell’Ordine: siamo davvero stanchi, esausti, demotivati, scoraggiati perché siano noi a pagare per l’imprudenza e l’inciviltà di troppi irresponsabili.
CONTROLLI ACCURATI
Con l’incontro immediato chiediamo un forte giro di vite nei controlli dei trasferimenti, dei comportamenti, del rispetto dei diritti altrui che vengono sopraffatti dall’arroganza di chi, forse, non si preoccupa di coloro che da un anno non hanno stipendio ma devono pagare tasse e affitti.
Sono necessari più controlli serrati e continui sul comportamento della popolazione se si vuole uscire al più presto non solo dalla zona rossa ma ambire alla zona gialla. Zona che permetterebbe almeno un barlume di speranza nonostante le ultime ulteriori folli limitazioni previste per tutto il settore della somministrazione dai bar alla ristorazione con solo il consumo all’aperto sia a pranzo che a cena, fesseria decisa da chi pensa che in una regione alpina si possa mangiare all’aperto come se fossimo a Trastevere o su un lungomare della Romagna.
DALLA GIUNTA MISURE DI EMERGENZA
Signor Presidente della Regione e Prefetto della Valle d’Aosta Signor Questore di Aosta Signor Assessore regionale alla Sanità Signori Sindaci Signori Comandanti Forze dell’Ordine: occorre uno sforzo di responsabilità istituzionale da parte di chi è alla guida della nostra Regione.
I numeri dei contagi sono altissimi e, nonostante gli annunci, in tutti questi mesi non sono state attivate le misure che avrebbero potuto garantire il contenimento dei contagi. Per cui ci ritroviamo in zona rossa e con le saracinesche abbassate e tante aziende chiuse e altre già avvolte dalla ragnatela degli strozzini o costrette all’indebitamento bancario.
La Giunta Regionale predisponga un piano di emergenza per sostenere le attività produttive e lo faccia immediatamente, portandolo in Consiglio regionale dove siamo certi che troverà un’opposizione pronta a fare la propria parte per il bene dei cittadini e delle imprese.
Se tornare alla agognata normalità non sembra possibile nell'immediato, si assicurino dei ristori veri, congrui e immediati agli imprenditori, che siano commercianti, ristoratori, artigiani o albergatori. Perché le imprese sono ormai allo stremo.
Attendiamo la convocazione.
Il Comitato di Presidenza Confcommercio Valle d’Aosta