Pochi euro per tutti: è la situazione che molti affrontano da tempo, sebbene i trattamenti siano calcolati sui redditi dei singoli
Rivalutate anche quest’anno le prestazioni agli invalidi civili. il tasso provvisorio di perequazione per il 2019, rilevato dall’Istat, si è attestato all’1,1% per la gran parte dei pensionati. Ma c’è una particolarità: l’indice di rivalutazione non è unico. In particolare, alle prestazioni che sono denominate “pensioni” si applica il tradizionale tasso di inflazione Istat (indice delle famiglie di operai e impiegati - Foi), mentre ad alcune indennità ed assegni si applica il tasso di variazione delle retribuzioni del settore industriale (indice di dinamica salariale), pari quest’anno allo 0,65,% sia per gli assegni che per le indennità. La tabella che si riporta, dunque, indica il quadro aggiornato delle prestazioni e dei limiti di reddito per il 2018 e il 2019.
Per quanto riguarda i requisiti, per acquisire il diritto all’invalidità e all’assegno di accompagno, la legge istitutiva considera invalidi tutti coloro affetti da menomazioni di vario tipo non riconducibili a causa di guerra, di servizio e di lavoro, che appartengono ad una delle seguenti categorie:
- i cittadini di età compresa tra i 18 e i 65 anni affetti da menomazioni congenite o acquisite che comportano una riduzione della capacità di lavoro non inferiore ad 1/3;
- i minori di 18 anni con difficoltà persistenti a svolgere compiti e funzioni proprie dell’età
- i cittadini con più di 65 anni non autosufficienti.
In base al grado d’invalidità riconosciuto si possono ottenere i seguenti benefici:
- il 33,33% (un terzo) è la soglia minima per essere considerato invalido ed avere diritto alle prestazioni protesiche e ortopediche;
- il 46% consente all’invalido di ottenere l’iscrizione nelle liste speciali del collocamento obbligatorio;
- il 74% è la soglia invece per ottenere l’assegno economico mensile di assistenza.
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