C’è tempo fino al 15 dicembre 2022 per accedere al c.d. “Voucher connettività”, strumento che consente alle PMI interessate di beneficiare di un contributo variabile (sotto forma di sconto sul prezzo di vendita), per la sottoscrizione con gli operatori di comunicazione elettronica di contratti che garantiscano uno step change, vale a dire un incremento delle velocità di connessione (News Fipe del 16.02.2022).
La richiesta dei voucher deve essere effettuata ad uno qualunque degli operatori di telecomunicazioni accreditati.
L’importo del contributo va da un minimo di 300 euro a un massimo di 2.000 euro per ciascun beneficiario (a cui potranno essere aggiunti ulteriori 500 euro a fronte di costi di allaccio alla rete sostenuti dal richiedente) a seconda della linea di intervento prescelta:
- Voucher A1 – 300 euro per un contratto della durata di almeno 18 mesi che garantisca il passaggio ad una connettività con velocità massima in download compresa nell’intervallo 30 Mbit/s – 300 Mbit/s.
- Voucher A2 – 300 euro per un contratto della durata di almeno 18 mesi che garantisca il passaggio ad una connettività con velocità massima in download compresa nell’intervallo 300 Mbit/s – 1 Gbit/s.
- Voucher B – 500 euro per un contratto della durata di almeno 18 mesi che garantisca il passaggio ad una connettività con velocità massima in download compresa nell’intervallo 300 Mbit/s – 1 Gbit/s con una soglia di banda minima garantita pari ad almeno 30 Mbit/s.
- Voucher C -2.000 euro per un contratto della durata di almeno 24 mesi che garantisca il passaggio ad una connettività con velocità massima in download superiore ad 1 Gbit/s con una soglia di banda minima garantita pari ad almeno 100 Mbit/s.
Con Decreto Direttoriale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy dello scorso 24 novembre, considerato l’andamento della misura sul mercato, è stata variata l’allocazione delle risorse – pari a circa 589 milioni di euro – tra le diverse tipologie di voucher, come segue:
- 15% per i voucher di tipologia A (14% per i voucher A1 e 1% per quelli A2);
- 20% per i voucher di tipologia B;
- 65% per i voucher di tipologia C.
In sostanza, a fronte dell’originaria ripartizione – che prediligeva i voucher di tipo A e B, per i quali veniva destinato complessivamente l’80% dei fondi disponibili – la maggior parte delle risorse vengono ora allocate per quelli di tipologia C, atteso che per questi ultimi si continua a rilevare un’elevata richiesta da parte delle aziende beneficiarie.